DOCUMENTO INVIATO ALLE AZIENDE EDITORIALI DALLE OO.SS.

In sintesi ed a titolo esemplificativo sottoponiamo alla vostra attenzione le seguenti questioni.

 Informatizzazione
La rete di vendita deve essere informatizzata ma questo processo deve essere condiviso.
L’informatizzazione va costruita con tutti i soggetti della filiera e vanno trovate soluzioni che tutte le componenti possano condividere. Non si può non riconoscere la necessità per gli editori di avere i propri dati vendita in tempo reale.
Non si può ignorare che l’informatizzazione in questi due ultimi anni è stata portata avanti dai D.L. in assoluta autonomia e senza un progetto di sistema.
Non si può però chiedere agli edicolanti di sostenere l’informatizzazione senza nessun vantaggio professionale, gestionale ed economico.

 Abbonamenti E’ indispensabile trovare soluzioni per “spostare” in edicola tutti, o almeno parte, degli abbonamenti postali, togliendo dalle pubblicazioni promozioni e scontistiche spesso eccessivamente aggressive.

 Abbinamenti e compieghe
Deve essere rivisto integralmente il sistema di distribuzione e di remunerazione a favore della rete di vendita.

 Conto deposito
Tutte le pubblicazioni con periodicità uguale o superiore al mensile devono essere distribuite in conto deposito.

 Piani di vendita
Bisogna attuare effettivamente i piani di vendita su tutte le pubblicazioni, migliorando l’efficienza diffusionale e liberando spazio nelle edicole.
La tentata vendita deve essere remunerata garantendo un feed di ingresso su tutte le pubblicazioni poste in vendita.

 Rete di vendita
A fronte del miglioramento delle condizioni economiche (attraverso il rinnovo dell’Accordo Nazionale) e della conferma della fornitura alle edicole “franco punto vendita”, le Organizzazioni firmatarie della presente si rendono disponibili ad approfondire la definizione di una “rete dedicata all’informazione”.

 Commissione
Una commissione monitorerà la situazione delle nuove aperture, al fine di garantire il diritto all’informazione, la parità di trattamento, l’omogenea copertura del territorio, la promozione della lettura e la tutela della rete di vendita dedicata all’informazione.

 Garanzie e sospensioni forniture
Si stabiliranno criteri e modalità uniformi per le eventuali garanzie inerenti il pagamento delle forniture che dovranno essere obiettivi e chiari nelle forme e nei contenuti, in attesa di creare un possibile fondo di solidarietà che eviti inutili dispersioni di risorse.
Dovranno altresì stabilirsi criteri e modalità uniformi per le eventuali sospensioni delle forniture. Rimaniamo in attesa di un cortese e urgente riscontro.

 

INIZIATIVA DEL SINAGI

Raccomandata A.R.


Spettabile Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
c.a. Dott. Giovanni Pitruzzella


Piazza G. Verdi, 6/a
00198 Roma


Oggetto: Segnalazione/denuncia: Proposte di abbonamenti editoriali inserite nelle pubblicazioni inviate alla rete di vendita di quotidiani e periodici.


Egregio Presidente,
in ordine all’oggetto della presente, premesso che continuiamo quotidianamente a riscontrare che numerose pubblicazioni periodiche edite da diversi gruppi editoriali, regolarmente consegnate alla nostra rete di vendita, presentano al loro interno proposte di abbonamento con prezzi notevolmente più vantaggiosi di quelli contemporaneamente imposti agli edicolanti, e premesso che queste proposte commerciali sono indiscutibilmente rivolte agli stessi clienti che acquistano il giornale presso le nostre rivendite, con la presente vi formalizziamo una segnalazione/denuncia affinché si possa avviare una indagine conoscitiva per accertare la legittimità commerciale di tali iniziative che, a nostro parere, sono atte a sottrarre alle singole rivendite i clienti che si rivolgono abitualmente alle stesse. Tale comportamento, sempre a nostro avviso, costituisce una palese violazione dell’art. 2598 n. 3 Cod. Civ. (concorrenza sleale per violazione del principio generale della correttezza professionale), che si configura nella persistenza di atti lesivi delle sfere dei diritti altrui per l’esclusivo beneficio degli editori interessati con palese sviamento della clientela tutta, su tutto il territorio nazionale. Il principio della correttezza professionale, richiamato dal citato articolo, non può essere infatti inteso solo come violazione di una specifica norma giuridica, ma in senso più ampio, cioè come comportamento complessivo, di per sé idoneo a danneggiare l’altrui azienda o attività commerciale, anche con attuazione di mezzi indiretti.
Con questa scorretta pratica commerciale, in uso ormai da troppo tempo, che è causa di ingenti danni economici e rilevanti danni di immagine alla nostra rete di vendita, i clienti degli edicolanti sono intenzionalmente fuorviati e invitati a contrarre degli abbonamenti direttamente con le aziende editoriali con scontistiche assolutamente vantaggiose che, in alcuni casi, raggiungono anche l’80% di sconto sul prezzo di copertina, con l’aggiunta anche di pregevoli regali, a fronte di uno sconto medio di circa il 19% riconosciuto ai rivenditori di giornali.
Per queste argomentate ragioni, vi chiediamo di approfondite il tema di quella che ci appare come una pratica commerciale scorretta, che è posta in essere in danno di decine di migliaia di micro aziende che subiscono una evidente e indiscutibile posizione dominante di detti gruppi editoriali all’interno della nostra filiera commerciale. Quello che si chiede in estrema sintesi, è che codesta Autorità intervenga per proibire questa pratica che non si riscontra in nessun altro settore commerciale, posto che ci appare incredibile che un qualsiasi esercente possa vendere un qualsivoglia prodotto commerciale, inserendo all’interno dello stesso un avviso con il quale informa il proprio cliente che sarebbe per lui molto più conveniente rivolgersi ad un suo diretto concorrente per ottenere un prezzo molto più vantaggioso; prezzo che egli stesso non sarebbe in grado di praticare. Nell’attesa di cortese riscontro alla presente, porgiamo Distinti saluti


Il Segretario Generale

 

 

27 novembre 2014

1° dicembre 2014 SCIOPERO dalle 8.00 serrande abbassate

LE MOTIVAZIONI DELLO SCIOPERO DEL 1° DICEMBRE E LE EVENTUALI CONSEGUENZE DI UNA LIBERALIZZAZIONE SENZA REGOLE IN AMBITO CONTRATTUALE. UN PERSONALE PARERE


Lo sciopero proclamato unilateralmente dal Sinagi, unitamente dall’Usiagi-Ugl, è la naturale conseguenza dell’assordante silenzio dell’attuale Governo rispetto alle richieste d’ incontro avanzate da tutte le organizzazioni sindacali di categoria e dalla manifestata volontà dello stesso di liberalizzare il settore (espresso in occasioni ufficiali dal Sottosegretario), nonostante il diverso parere nel merito certificato dal Governo Letta. Questo percorso così ricco di incognite si è reso necessario per queste ragioni e non si riesce a comprendere quali siano le reali motivazioni che hanno portato le altre sigle sindacali a non dare la loro adesione a questa fondamentale iniziativa sindacale. Non si riesce a comprenderle sino in fondo, se si ha il tempo la voglia e di leggere il contenuto dei due comunicati stampa unitari dell’8 e 10 ottobre. Il primo a firma di tutte le sigle sindacali e indirizzato al Sottosegretario Lotti, con il quale evidenziando la preoccupazione di tutti per un provvedimento legislativo che portava alla “indiscriminata liberalizzazione della vendita di quotidiani e periodici”, si chiedeva un incontro urgente per affrontare questo delicato tema; incontro mai concesso. Il secondo comunicato stampa, quello del 10 ottobre, a firma Sinagi, Snag e Usiagi, inviato ai Segretari di tutti i partiti, alle redazioni e ai capigruppo di Camera e Senato, denunciava le preoccupazioni per il voltafaccia dell’attuale Governo rispetto agli impegni assunti dal precedente, evidenziando tutte le ulteriori preoccupazioni per lo stato di profonda crisi economica della rete di vendita e quelle ulteriori conseguenti ad una “generica liberalizzazione”. I file di questi comunicati si possono scaricare dal sito del Sinagi nazionale. Questa è la realtà dei fatti, e pur non esprimendo ulteriori commenti sulle decisioni altrui, è opportuno chiedersi quali potevano essere le alternative allo sciopero rispetto alle cose scritte, peraltro senza alcun riscontro.
La volontà politica di liberalizzare anche il nostro settore è certificata dalla legge Monti del Gennaio 2012; dico volontà perché mentre da un lato questa legge “liberalizza tutte le attività commerciali e professionali”, dall’altro lato, con la stessa legge, inserisce un emendamento al solo articolo 5 al decreto legislativo 170/2001. Non è necessario essere un fine giurista per comprendere che il 170 non è stato mai cassato e che il citato emendamento non può ulteriormente confermare l’impianto normativo di tale decreto che, tra l’altro, è definito “legge speciale”. Un obbrobrio legislativo, di cui le nostre leggi sono purtroppo piene, sul quale interviene però con due sentenze il Consiglio di Stato che ribadisce che il settore è ovviamente liberalizzato e che per vendere i giornali non c’è bisogno di alcuna autorizzazione amministrativa. Poiché queste sentenze fanno giurisprudenza, molto Comuni si sono immediatamente adeguati, altri aspettano una direttiva da parte delle Regioni.
La proclamazione dello sciopero nel 2013, poi revocato per le ragioni che sono state spiegate innumerevoli aveva comunque portato il Governo Letta a presentare un decreto legge (esiste un documento che lo attesta), collegato alla legge di stabilità del 2013, con il quale si confermava la piena validità delle norme richiamate dal decreto legislativo 170/2001, in primis programmazione della rete e conferma dell’autorizzazione amministrativa per la vendita. Tale percorso non si è completato, per la solite questioni politiche, perché il Governo ha presentato la fiducia, tagliando fuori tutti i collegati alla legge finanziaria o di stabilità, con la promessa che questi collegati, quindi anche quello che ci interessava direttamente, sarebbero stati ripresentati con una decreto ad hoc. Il Governo Renzi questa promessa non l’ha mantenuta. Per questo si ritenta la carta dello sciopero che, come tutti sanno perfettamente, è l’ultimo percorso dopo averle tentate tutte. La non condivisione di uno sciopero può essere motivata da molte ragioni, tutte assolutamente legittime, ma io non riesco a trovarle. Quello che più mi preoccupa è l’immagine che darà all’esterno questa categoria; cosa penserà il Governo di questa frammentazione, cosa penseranno editori e distributori locali. Questo sciopero potrà essere considerato come un test per vedere se siamo in grado di reggere una forte protesta e se saremo in grado di reagire alle azioni che il mondo editoriale e distributivo hanno in mente per sferrare un ennesimo attacco ai nostri seppur limitati diritti.
La liberalizzazione del settore porterà inevitabilmente ad un rafforzamento delle posizioni delle nostre c.d. controparti editoriali e distributive. Nessuno pensi che la rivoluzione contrattuale che si concretizzerà con il libero accesso alla nostra attività non lo toccherà minimamente e che sarà la sua professionalità commerciale a tenerlo fuori dalla mischia. Il nostro accordo poggia le sue basi giuridiche sulla 170/2001; ciò è chiaramente descritto nel preambolo della normativa contrattuale. Quindi tutto cambia con l’eventuale abrogazione di questo decreto.
Quali sono le prospettive? Secondo le aspettative dei distributori locali si possono sinteticamente indicare le seguenti:
scelta dei nuovi punti vendita sulla base della loro disponibilità a pagare un costo settimanale per costi di gestione (l’attuale richiesta varia da euro 20 a euro 50 settimanali). Tale richiesta sarà immediatamente estesa ai c.d. promiscui, la cui attività prevalente non sia quella correlata alla vendita dei giornali;
chiusura delle rivendite basso vendenti, cioè con fatturati limitati (in alcune zone il limite è di circa 500 euro settimanali, in altre è anche superiore);
creazione nel tempo ad una rete professionale dedicata, aggiungo dedicata al distributore e all’editore, che sarà plasmata in considerazione di una serie di obblighi, con la scontistica che sarà una variabile dipendente da questi.
Queste, sono le loro idee, avallate con piacere dagli editori, perché l’importante è scaricare costi sulla rete di vendita.
Qualcuno dei nostri colleghi, tra iscritti e non iscritti, sarà in grado da solo di reggere questa rivoluzione epocale? Io penso di no. Quello che è certo che il prima passo di questo progetto è la liberalizzazione del settore, gli altri seguiranno immediatamente dopo.
Da noi tanti colleghi si stanno impegnando allo spasimo per la riuscita di questo sciopero, perché son ben consci dell’importanza del segnale che si vuole dare a tutti, non solo al Governo. Se la rivoluzione contrattuale ci sarà come pessimisticamente esposto, se l’attacco alla nostra rete di vendita sarà portato nei termini indicati, noi almeno non avremo da recriminare nulla, la nostra coscienza ci dirà che abbiamo tentato tutto con passione e determinazione. Se poi le cose dovessero precipitare ulteriormente, la compattezza che abbiamo registrato in questa occasione ci permetterà di misurarci con le forze necessarie. Questo è il quadro non romanzato della situazione. Chi non è d’accordo sullo sciopero, continuerà a non essere anche dopo queste osservazioni. Però almeno avrà altri elementi per riflettere meglio sul suo futuro. Un abbraccio a tutti iscritti e non.


Vito Michea

18 novembre 2014

SCIOPERO SI
SCIOPERO NO


A parte che per la nostra categoria la si deve chiamare SERRATA
Ma alla fine che si fa? È da quando SINAGI ha indicato che è arrivato il momento della azione, che crescono foreste di commenti su tutti i gruppi e su tutti i laghi, ed ognuno di noi ha la verità nelle punta delle dita….
Vero è! Che il treno oramai l’abbiamo perso! Non saranno sufficienti 300 giorni di serrate per riprenderci ciò che abbiamo irrimediabilmente perduto….
E la colpa è solamente nostra!
Ci meritiamo questo declino commerciale,
ci meritiamo le Organizzazioni Sindacali che ci dovrebbero tutelare,
ci meritiamo di esser trattati come un superfluo orpello della filiera editoriale.
Tutti noi nei nostri pensieri, abbiamo la convinzione che: “”tanto io me la cavo””
….ma non sarà così: in pochi anni anche il guadagno da lavoro sarà totalmente eroso (e per adesso è diventata carta straccia il valore della attività)
E’ vero! Forse la liberalizzazione, ci permetterà di poter vendere tutti Patatine e Coca Cola, ma 20mila punti vendita in più per snack e bibite, vorrà dire vendere una lattina al giorno a testa,,,, altrettanto vero che anche il bar di fronte a noi avrà il quotidiano da offrire insieme al caffè.
OK! QUINDI? ATTENDIAMO CON PACATA FATALITA’ LA NOSTRA FINE?
Non è il caso di tentare una ulteriore possibilità di “”UNITA’ DI INTENTI” almeno tra le due maggiori Sigle Sindacali?
Non è il caso che anche quei “tanti di noi” che NON si identificano in alcuna bandiera sindacale, si uniscano nel progetto di azione, lasciando una volta per tutte critiche e ripicche del passato?
Oramai la data del 1° Dicembre è irrimediabilmente persa per una azione comune,,,, (ci sarà chi aderisce e chi no) ma si potrebbe iniziare a progettare un percorso unitario a partire dall’inizio anno 2015
Tentiamo di costringere (o almeno interessare) la Politica e le Istituzioni a riprendere il testo del DDL Letta. Tentiamo di percorrere UNITI le ultime parti di un percorso forse a termine
In questi ultimi periodi tramite la creazione del COMITATO ORGANIZZATORE 2014, ho avuto modo di conoscere “”personalmente”” Dirigenti sia SINAGI che SNAG, ci tengo a specificare “”personalmente””, perché ho fatto conoscenza con PERSONE e non con SIGLE, e il più delle volte ho trovato e ricevuto reciproca stima e in alcuni casi persino Amicizia
Ed è proprio a queste PERSONE che vorrei rivolgermi, per chiedere loro con rispetto ma con la pacata fermezza di continuare a parlarsi e confrontarsi positivamente come si è fatto in questi ultimi anni, ma come non si sta facendo in questa occasione.
Siete VOI che dovete trovare la soluzione, UNITARIA a prescindere a chi vi critica e continuerà a criticare
Siete voi che avete una delle poche possibilità di farci tentare un percorso unitario
Siete voi che avete l’obbligo di unirvi e unirci, senza dare colpe e indicare responsabilità che son di TUTTI NOI
Questa lettera aperta sarà recapitata alla C.A. Giuseppe Marchica (SINAGI) e Armando Abbiati (SNAG)
Questo appello è destinato agli Amici: Andrea Innocenti – Amilcare Digiuni – Renato Russo – Vito Michea – Carlo Monguzzi
Affinchè con la loro volontà e partecipazione possano permetterci di realizzare un sogno
,,,Una serena vita lavorativa
Cordiali saluti

Antonio ( Edicola Tribiano )

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3 ottobre 2014

edicole e distribuzione. Interrogazione alla Camera dei Deputati

Seduta Camera dei Deputati 1 Ottobre. Minnucci (Pd): Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della giustizia. – Per sapere – premesso che: numerose agenzie del settore della distribuzione della stampa con sede su tutto il territorio nazionale, hanno lamentato una recente prassi diffusasi in particolare nel Centro Italia, nel settore dei prodotti «autodefiniti» per l’infanzia (settore che per l’altissima percentuale di invenduto sugli espositori delle edicole – circa il 90 per cento – può essere inquadrato nel cosiddetto segmento «basso vendente»); tale prassi, che ha dato luogo anche a costosi contenziosi per le agenzie di distribuzione, consisterebbe nel mancato ritiro da parte dell’editore delle rese delle proprie pubblicazioni invendute. Un’omissione sistematica, che avverrebbe a scapito degli avvisi di ritiro ricevuti e della prassi consolidata nel settore, secondo un meccanismo di resa dell’invenduto.

" l’editore metterebbe in atto una strategia volta a vendere, in un solo colpo e a danno dei distributori, merce che sarebbe destinata a tornare quasi tutta invenduta dai banchi dei giornalai; tali circostanze, oltre a costituire un danno economico rilevante per decine di distributori su tutto il territorio nazionale, potrebbero rappresentare un precedente pericoloso oltre che un vulnus all’interno del sistema distributivo"

In pratica i distributori lamentano la stessa cosa che lamentiamo noi giornalai verso di loro e pertanto " cristianamente " gli diciamo: " NON FARE AGLI ALTRI QUELLO CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE "

2 ottobre 2014

LETTERA APERTA
Al settimanale GIOIA


Alla cortese attenzione del Direttore

 

Gentilissima Maria Elena Viola,

mi rivolgo a Lei pur nella consapevolezza che non fa parte delle Sue competenze decidere il prezzo del settimanale o comunque dell’impostare una campagna promozionale basata sulla riduzione del prezzo di copertina.
Sicuramente è al corrente che la rete di vendita ( i giornalai ) non apprezzano questo tipo di promozioni, viene rosicchiato il loro guadagno obbligandoli a partecipare al costo della promozione, pratica insensata perchè il “ costo “, notoriamente è e deve essere, a carico del produttore.
I 0.50 centesimi del prezzo di GIOIA “ ovviamente “ non coprono i costi di produzione, il “ rabbocco “ deriva dalla pubblicità di cui il settimanale è corposamente farcito ma, il rivenditore con cosa “ rabbocca “ ?
Attualmente il costo di un quotidiano a diffusione nazionale è di 1.40 euro ( La Stampa 1.50 ), può un periodico illustrato avere il costo di un terzo di un quotidiano ? Certamente si, la politica editoriale viene decisa dall’Editore e, in caso di promozioni investe le proprie risorse, è sottinteso che  ” le proprie “  sigifica le sue e non le nostre.
La soluzione per salvare capra e cavioli esiste ed è già stata praticata con soddisfazione da ambo le parti, in caso di cut price, al rivenitore viene riconosciuto lo sconto d’uso praticato normalmente sulla pubblicazione “ non in promozione “.
Sarà molto gradita la Sua opinione in merito a quanto esposto, e, sarebbe ancor più gradito un Suo intervento presso  chi decide  le promozioni basate sulla diminuzione del prezzo di copertina.

Colgo l’occasione per inviare distinti saluti ed augurare buon lavoro.
GDP




Quando il sindacato locale fa il suo lavoro ovvero " tratta " con il distributore le condizioni meno penalizzanti possibili a prescindere dall'accordo nazionale si arriva a questo risultato.
Non serve " avere le palle ", è sufficiente essere dotati del normale e comune buon senso oltre ovviamente a non essere coinvolti nel classico conflitto di interessi o essere stati contaminati dallo sterco del diavolo ( volgarmente detto anche sghei,danè, piccioli, SOLDI insomma).

domenica 28 settembre 2014

Domanda rivolta ai rivenditori del Friuli Venezia Giulia e, più precisamente a chi è servito dalla DI-SPE di Udine ovvero sotto la responsabilità dell'Amministratore delegato Morandini Maurizio e del direttore Zaccariello Antonio, succede anche a voi che:


Da quando hanno deciso ( con il sostegno del locale sindacato sinagi ) la " tolleranza zero " vengono respinte con una banale indicazione " PUBBLICAZIONE NON COINCIDENTE " anche le pubblicazioni che senza ombra di dubbio possono essere rese, mi riferisco al numero precedente a quello chiamato, concessione espressamente indicata nell'Accordo Nazionale, la facoltà di rendere una pubblicazione " dimenticata " è contemplata dall'accordo purchè si tratti appunto del numero precedente.


Purtroppo noi che operiamo in questa piazza unificata ( UD/TS/GO) siamo figli di un Dio minore, quelle poche tutele scolpite nell'accordo sono concesse " a discrezione " del Distributore e, non esiste ( in loco ) portavoce degno di questo nome che abbia interesse a difendere i rivenditori ( ovviamente le diatribe sul trasporto, querelle che va avanti da decenni tra sindacato e distributore generando alternativamente amore e odio a causa dello sterco del diavolo è sicuramente la causa di tutti i nostri mali ).


Con la presente si chiede alla Direzione Nazione del SINAGI di intervenire presso il distributore, se l'Accordo Nazionale sottoscritto nel 2005 entrato in vigore nel 2006 è ancora valido e operativo il distributore ha l'obbligo di rispettarlo e, nel contempo, le associazioni di categoria hanno l'obbligo di intervenire nel caso di segnalazioni provenienti dalla base dei rivenditori.


GDP

sabato 26 settembre 2014

Ciao Hall ( il computer del DL ), sono Carmine ( il computer di Gianfranco ), volevo farti una domanda in via confidenziale visto che siamo parenti, dove cazzo hai preso le statistiche di vendita per distribuire Milano Finanza ? Ti sei forse bevuto il cervello ( elettronico ), se negli ultimi due anni di questo settimanale ho venduto solo un paio di copie ( che probabilmente non sono state vendute ma " dimenticate ") perchè me ne mandi cinque anzichè una corredate di Patrimoni da pagare cash che nessuno comprerà mai ? Forse sarà il caso che l'operatore ti spruzzi un po' di CRC nella CPU, ascolta un mio consiglio, fai domanda di prepensionamento perchè ormai sei troppo stressato e cominci a dare i numeri, cosa che hai sempre fatto ma adesso li dai sbagliati. Ciao Hall, ci vediamo in casa serena.

venerdi 25 settembre

ARTICOLO 39

PALESE CONTRADDIZIONE TRA I COMMI

d-ter) gli edicolanti possono praticare sconti sulla merce venduta e defalcare il valore del materiale fornito in conto vendita e restituito, nel rispetto del periodo di permanenza in vendita stabilito dall’editore, a compensazione delle successive anticipazioni al distributore”; 

d-quater) fermi restando gli obblighi previsti per gli edicolanti a garanzia del pluralismo informativo, la ingiustificata mancata fornitura, ovvero la fornitura ingiustificata per eccesso o difetto, rispetto alla domanda da parte del distributore costituiscono casi di pratica commerciale sleale ai fini dell'applicazione delle vigenti disposizioni in materia; 

d-quinquies) le clausole contrattuali fra distributori ed edicolanti, contrarie alle disposizioni del presente articolo, sono nulle per contrasto con norma imperativa di legge e non viziano il contratto cui accedono.

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Dunque, ricapitolando, la legge " IMPONE " di non rendere immediatamente ma, nel contempo, ammettendo che noi " anticipiamo " il pagamento delle forniture ( a compensazione delle successive anticipazioni al distributore ) specifica che le forniture per difetto o per eccesso ( l'eccesso è quello che stiamo trattando ) sono da considerarsi pratica scorretta e, nel contempo, eventuali accordi sottoscritti sono " NULLI "

Bisogna appoggiarsi all'articolo ed ai commi citati per trovare un accordo locale che salvi capra e cavoli, NON resa a specchio illimitata ma su alcuni prodotti da definire e comunque un numero di voci quotidianamente contenuto ( da contrattare, esempio no settimanali, si su tutto resto purchè non fornito in C/D ).

Nel caso ci si trovi davanti al solito " NIET " allora si punta sul giorno del saldo dell'E/C, ad oggi, in base ad accordi del giurassico, il tempo del saldo è tassativamente il giorno dopo alla sua emissione/ricevimento ovvero arriva al martedì, saldo al mercoledì.

Devo ammettere che il distributore attualmente " tollera " qualche sforamento ma meglio e più saggio sarebbe farlo diventare un " diritto " ovvero, nel caso sia negata la resa anticipata ( come lo è attualmente ) il saldo dell'E/C verrà effettuato a 10 giorni dalla sua emissione, il mercoledì successivo a quello attuale, l'accordo nazionale non specifica obblighi riguardo al pagamento delle fornitura ma invoca norme e cosuetudini contrattate localmente.

 

 

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Vendere francobolli in edicola ? Lo puoi fare, aggio del 5%

richiesta dell'autorizzazione al Ministero dello Sviluppo Economico.

Va spedita con raccomandata A/R.
L'aggio concesso è il 5% non ci sono minimali d'acquisto o spese.

Scarica il modulo per fare la domanda

CONTRIBUTI ALL'EDITORIA - LE NUOVE NORME


Testo del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63 (in Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 117 del 21 maggio 2012), coordinato con la legge di conversione 16 luglio 2012, n. 103 (in questa Gazzetta Ufficiale alla pag. 1), recante: «Disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonche' di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicita' istituzionale». (12A08154)


Spett.le DISPE

Alla cortese attenzione del direttore Sig. Zaccariello

Oggi mi viene fornita la pubblicazione :
11/06/2014
BACK IN ACTION
DVD CENTURION
7,99

Pubblicazione distribuita come periodico mensile e
dunque addebitata alla consegna.
La pubblicazione in oggetto è uscita 4 volte in 8 mesi 
ne consegue che la definizione di “ MENSILE “
non è idonea dunque, la modalità di fatturazione ( alla consegna )
non è corretta e va sostituita con
l’addebito contestuale al richiamo resa ( conto deposito ).

Devo sottolineare che questa pubblicazione oltre che
ad essere un falso mensileè uno di quei prodotti paraeditoriali
che vengono ridistribuiti all’infinito cambiando solo nome
della collana e codice inoltre, da quest’anno la nuova normativa fiscale
non riconosce più le agevolazioni iva sui collaterali,
questa tipologia di prodotti sconta l’iva al 23% in quanto
il Legislatore li considera “ merci “ e non prodotto editoriale
degno di tutela legislativa, la naturale conseguenza è che
 non sono soggetti alla “ parità di trattamento “.

A partire dal 2010 il DVD in oggetto è stato distribuito 10 volte,
sempre con il nome della collana ed il barcode diversi,

lo si può trovare in queste collezioni:

1)      9772239260005  Collana Nati per combattere, distribuiti 10 numeri in due anni
2)      9772279504008  Collana Gli invincibili, distribuiti 10 numeri in due anni
3)      9772240717000  Collana Pianeta cinema, distribuiti solo 3 numeri nel 2012 per poi sparire
4)      9772281826006  Collana Epic Pictures, distribuiti 8 numeri dal febbraio 2012
5)      9772281684002  Collana DVD per Sempre, distribuiti 7 numeri dal marzo 2013
6)      9772283671000  Collana Back in Action, distribuiti 4 numeri in 8 mesi
7)      9772281132008  Collana Cinema da Brivido, distribuiti 8 numeri in due anni
8)      9772281054003  Collana Poket DVD, distribuiti 7 numeri in due anni


Sono consapevole che non è compito del Distributore 
fare simili analisi il quale si limita a distribuire quanto fornito 
dal Distributore Nazionale applicando 
la modalità di fatturazione imposta da Editore/DN pertanto, 
come in precedenza suggerito, chiedo che alla “ tolleranza zero “ 
imposta sulle rese anticipate, pratica messa in atto 
con la benedizione della struttura locale del SINAGI, 
venga considerata una deroga sui prodotti sopra descritti.

Distinti saluti

Gianfranco Di Paolo