Mentre varie decine di categorie organizzano scioperi e manifestazioni portando la temperatura dell'autunno al limite dell'ebollizione noi Rivenditori di Giornali intendiamo dimostrare senso di responsabilità, consci della situazione che attraversano le Aziende Editoriali. La base dei giornalai chiede una tregua in attesa del rinnovo dell'Accordo Nazionale, in attesa che le nostre OO.SS. si presentino al tavolo delle trattative chiediamo un gesto di buona volontà. L'articolo 39 è stato stravolto dalle modifiche apportate durante la conversione in legge, quel minimo di tutela tanto agognato per decenni è stato depennato ma, a cosa aspiravano i giornalai? A non essere costretti a esposizioni finanziarie eccedenti le proprie capacità. Come evitare le rese anticipate ? Differenziando la fatturazione. La tregua consiste nel non ostinarsi a voler recuperare risorse dove non ci sono, noi non possiamo più dare, stringiamo i denti e continuiamo l'attività ma è indispensabile un patto, anche verbale, un segnale unilaterale che indichi comprensione. Il ricavo giornaliero per migliaia di punti vendita modesti si è talmente ridotto che bastano un paio di pubblicazioni costose della fornitura quotidiana ( da pagare anticipatamente ) per rompere il precario equilibrio. Chiediamo che almeno le pubblicazioni costose, i prodotti con allegati DVD, CD e gadget, i primi numeri di collezioni allegate a quotidiani e settimanli che non hanno statistiche di vendita, siano forniti in conto deposito allargando la tipologia concordata nell'attuale Accordo Nazionale. Questa è la tregua, un gesto di saggezza da parte dell'Editore, lungimiranza che potrebbe accompagnare migliaia di rivenditori verso la fine della crisi, sempre nella speranza che ciò accada e che la nostra situazione non sia irreversibile. |